Figlio del Tempo

Forse nacque in un campo di grano,
sotto il sole cocente d’estate.
Forse figlio è di quella luna
che brillò nella notte di piena.
Forse padre è l’indomito vento
che ora scuote le nubi nel cielo.

Forse il mare lo ha generato,
fra la spuma e le onde sorgendo.
Forse rugiada forma quel corpo
che ogni mattina scioglie nel sole.
Forse con l’alba lui nasce ogni dì,
come l’astro più puro del cielo.

Forse un tramonto l’ha partorito,
figlio del sole e rosso di vita.
Forse una stella, dal ciel cadendo,
creò lui, che brillando ora vola.
Forse neve, planando leggera,
plasmò le membra, candide e lievi.

Forse nacque tra i fiori e le erbe,
e profumo è il suo dolce sentore.
Forse una selva è madre boschiva,
e silvestre è il suo nome fecondo.
Forse unite, la Fauna e la Flora,
corpo gli diedero ed una vita.

Forse è figlio del Fauno pudìco
che ora il flauto felice gli suona.
Forse ninfa bramò generarlo,
stillando linfa che or lo colora.
Forse Amore, nel cuore bramando,
creò lui, che d’amore sol vive.

Forse in un sogno qualcuno lo vide,
ma quel Sogno sussiste per sempre.
Forse di tutti è figlio, o del nulla,
ma fu il vento a guidare i suoi passi.
Forse egli nacque, poi visse e morì,
ma del Tempo è sol figlio, non d’altri.

Forse è il Tempo, passato e futuro,
che nel presente vive per noi.

Anselmo La Manna, 04/04/1991

           

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~ di Anselmo La Manna su 20 settembre 2011.

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